seconda tappa | cresta di mezzo

RELAZIONE SECONDA TAPPA

[seguire sempre verso Nord/Ovest – osservando la linea delle montagne – in direzione di Campogrosso – prendendo come punto di arrivo il Baffelan]

wikiloc traccia >> https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/alta-via-dei-montecchiani-ribelli-2a-tappa-148248090 [in calce link gpx]

In sintesi: raggiunti i Campi Piani sotto il Monte Verlaldo si fa tutta la lunga cresta del nodo Monte Faedo, transitando per il Roccolo Rossato e sopra i Massignani, fino al Passo del Mucchione, per approdare al Passo dello Zovo (Cresta di Mezzo); da qui si raggiunge il Passo Colombo, e tagliando per il Monte Varolo, si sale al Monte Civillina.

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testo di Alberto Peruffo da Montecchio

  1. Si parte dal centro di Priabona, di fronte alla Trattoria al Cacciatore, attraversando la strada per prendere Via Campagnola: alla fine, sulla sinistra, inizia un bel sentiero che porta sulla strada sterrata dei Campi Piani di Sotto.
  2. Raggiunta la sterrata, si prende la sinistra e si passa la bella contrada dei Campi Piani di Sotto, con chiesetta e lavatoio, girando a destra verso i Campi Piani di Sopra, per stradina asfaltata.
  3. Si sfiora sul lato destro la Contrada alta, su prato di confine, per andare a prendere il Sentiero dei 200 scalini (Crosaron) che porta alla Croce del Monte Nudo, di fronte al Monte Verlaldo.
  4. Si prosegue a destra, su sentiero inizialmente (possibilità di salire al Verlaldo, 40 minuti andata e ritorno), poi per strada bianca, del Monte Nudo (con caratteristica casa abbandonata) fino ad una curva evidente prima del rettilineo in salita che porta alla Contrada Zattra.
  5. Qui, da un muretto di cemento, parte un taglio di bosco che porta direttamente al sentiero che sale da Contrada Zattra alla nuova Croce della Trinca. Da segnalare che in Contrada Zattra c’è la dimora dell’autoproclamatosi Sommo Ministro dello Sport e della Cultura del Veneto Autonomo e Pantonimo, con tanto di targhe, articoli, ricordi del fu maratoneta. In fronte, o meglio al fronte della stessa, una casa di libertari italiani, con la bandiera tricolore sempre al vento, per opporsi a quella oramai consunta dalla Lega Lombarda, fu Liga Veneta.
  6. Usciti dal bosco e passati a fianco di un appostamento di caccia (d’ora in poi se ne passeranno diversi) si riprende traccia-sentiero che si perde in un grande prato con tipica antenna radio a cui si mira per rientrare nella vecchia mulattiera che sale da Contrada Zattra alla Croce della Trinca (dal cui terrazzo con panchine, ampio panorama sopra Cornedo) e finisce alla successiva Croce della Madegona.
  7. Da qui si declina a destra nel bosco, per svoltare dopo poco a sinistra, su bel sentiero che attraversa un paio di appostamenti di caccia, fino all’ultimo roccolo che sbarra la linea diretta con delle siepi: si aggirano sulla destra e subito a sinistra, senza scendere nel bosco ancora, per riprendere il sentiero di cresta che salendo leggermente poi scende direttamente al parcheggio del Roccolo Rossato (che connette Muzzolon-Cornedo con Faedo-Monte di Malo: possibilità di lasciare un mezzo per rientrare o per partire).
  8. Lasciato il Ristorante (che offre pure servizio di due camere per dormire) sulla destra dell’ampio parcheggio, si sale direttamente verso le case e i giardini prospicenti, su stradina ripida che porta a una legnaia circolare, da cui parte il sentiero per la Croce dei Bassani o dello Stomita (altro straordinario punto panoramico su tutta l’Alta Via fino a Montecchio).
  9. Si continua nel bosco che scende a una radura con panchina, prima di rientrare tra gli alberi, per svoltare subito a sinistra (andando dritto si arriva alla Baita della Croce dei Massignani, dove si può dormire, dotata di ampia cucina e spazi per riposare) e prendere il sentiero di cresta che porta alla Croce dei Massignani e al ballatoio roccioso che fa da cornice all’osservatorio con pulpito orografico.
  10. La Baita della Croce dei Massignani è giusta al di sotto e facilmente raggiungibile da sentiero diretto che parte dalla Croce. Noi invece, dopo aver passato l’osservatorio, restiamo su sentiero di cresta, che lambisce la cima del Monte Faedo, fino un deciso scalino di roccia, da prendere sulla sinistra, il quale, fiancheggiando la ripa rocciosa del monte, scende fino al sentiero che da parte opposta del bosco giunge a Passo Cima.
  11. Dal Capitello di Passo Cima inizia la strada bianca, poi sentiero, o Strada dei Roccoli che porta al Muccion (Mucchione), percorrendo in senso opposto parte dell’Ortogonale. Si tiene sempre la sinistra fino all’evidente discesa al Passo del Mucchione (possibilità di lasciare anche qui un mezzo, e di fare acqua presso il Ristorante e la struttura al suo fianco).
  12. Si aggira sulla destra la Chiesa del Mucchione, sul lato del campo sportivo, prendendo a sinistra traccia di sentiero che porta subito ad un bivio che porta allo stesso punto di nostra destinazione: la via di sinistra è più lineare e panoramica verso la Valle dell’Agno (intersecando ancora l’Ortogonale, sempre in senso opposto); la via di destra invece si inerpica in un bosco selvaggio per poi scivolare – con variante equivalente nel mezzo dello stesso bosco – sulla medesima strada a cui giunge la via di sinistra: sul fianco di un’abitazione recintata che fa da confine con la strada bianca tra Contrada Bernardi e Località Corbara.
  13. Si prende la destra verso Corbara e poco dopo si abbandona la strada bianca all’altezza di una sbarra arruginita da dove inizia un sentiero campestre di grande fascino tra doline e radure, l’ultima delle quale con un panorama mozzafiato sulle Piccole Dolomiti, da cima Marana fino al Plische, passando per il Monte Zevola.
  14. Passata la straordinaria radura – adatta a fare un campo – si rientra nel bosco, qui con i primi faggi davvero importanti, per giungere dopo brevi saliscendi alla discesa verso Passo dello Zovo (punto di ristoro, ma ancora non affittacamere; possibilità di ampio parcheggio e campo tende nelle adiacenze).
  15. Dal Passo si prende la comoda Strada del Colombo, mulattiera che gira intorno al poderoso Monte Scandolara fino al Passo del Colombo, passaggio selvaggio tra San Quirico di Valdagno e la Valle dei Mercanti della scledense Torrebelvicino.
  16. Dal passo, riconoscibile per la tabella dell’Ortogonale che giunge da altra via, parte a destra un’ardita ed erta salita sulla schiena del Monte Varolo, all’inizio su roccette verticali e sentierino poco battuto (possibilità di raggiungere la selvaggia cima, da dove si gode ottima vista su Pasubio e Novegno), poi su cresta che porta ad un rifugio di caccia davvero suggestivo, per quindi ridiscendere e riprendere la Strada che congiunge la Val dei Mercanti con il Passo Camonda, molto più avanti rispetto alla strada militare e al “traffico” normale per il vicino Monte Civillina.
  17. Scendendo leggermente e aggirando il Monte Civillina, verso il Camonda, dopo circa 1 km* si prende sulla sinistra la bellissima, poco battuta, a tornanti, salita al Monte citato per il suo fianco orientale (Sentiero S4), fino a giungere, dopo deviazione mantenendo la destra per restare sul sentiero diretto, alla radura dove si erge l’asta con la bandiera nazionale, nei pressi del Rifugio Monte Civillina dedicato a Cristina Castagna (potenziale posto per dormire, se si domandano le chiavi agli Alpini del luogo).
  18. Pochi metri più in alto, tra trincee e vecchi depositi, tutto ben restaturato e mantenuto, si trova la cima-osservatorio del Monte Civillina, con magnifico panorama su tutte le montagne intorno, in particolare la nostra meta, il Sengio Alto, con il Cornetto e il Monte Baffelan, proprio di fronte, a nord. Ottimo posto per bivaccare e passare una notte sotto le stelle.

    *Nel caso si volesse evitare il Monte Civillina – per la notte o per il dislivello – si può al punto 17 tirare diritto per il Passo Camonda, dove una fontana e lo spazio coperto del capitello locale offrono ristoro e sicuro riparo.

GALLERIA FOTOGRAFICA
foto di Alberto Peruffo e Andrea Nascimben

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NOTE E BIBLIOGRAFIA MINIMA
(in corso di aggiornamento)

  • Fabris, Antonio; Fabrinetti Doriano. 1994. Le Poscole, Natura nella Valle dell’Agno. Grafica Cracco.
  • Magrin, Bepi. 2014. Piccole Dolomiti Pasubio. Un secolo di alpinismo, Nuovi Sentieri edizioni.

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PRIMA PUBBLICAZIONE 27 OTTOBRE 202
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